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Domenica, 28 Aprile 2024
Cronaca

Aspiranti avvocati condannati per aver copiato all’esame, assolti in Appello

Annullati "perché il fatto non sussiste" i due mesi di reclusione inflitti a due uomini finiti al banco degli imputati con l'accusa di aver scopiazzato da siti Internet, durante le prove scritte nella sessione d’esame del 2016

LECCE - Erano stati condannati in primo grado a due mesi di reclusione con l’accusa di aver copiato da siti Internet, durante le prove scritte nella sessione d’esame dell’anno 2016 per diventare avvocato. Ma, ieri, la sentenza è stata ribaltata in appello con l’assoluzione dei due imputati, G.P., 37enne di Lecce e G.C., 62enne di Grottaglie (Taranto), con la formula “perché il fatto non sussiste”.

I due finirono sul registro degli indagati per aver violato, secondo l’accusa, la  legge numero 475  del 19 aprile 1925, contenente norme in materia di “repressione della falsa attribuzione di lavori altrui da parte di aspiranti al conferimento di lauree, diplomi, uffici, titoli e dignità pubbliche” e nei loro riguardi, nel dicembre del 2018, fu disposta la citazione diretta in giudizio.

Gli imputati erano assistiti dagli avvocati Gianluca Pierotti del Foro di Taranto e Marco Castelluzzo del foro di Lecce. Quest’ultimo, in particolare, durante l’arringa difensiva per conto del 37enne, aveva sostenuto e documentato  che nel corso della prova scritta non ci fosse connessione a  internet e che, anzi, fosse stata disposta la schermatura, proprio per evitare copiature.

Inoltre, il legale aveva fatto presente ai giudici che non fu comunque  mai eseguita alcuna attività investigativa finalizzata a riscontrare l’eventuale collegamento alla Rete, osservando infine come le parti dell’elaborato “incriminate” consistevano in appena 15 righe su di un totale di 133.

Le motivazioni della sentenza saranno depositate entro novanta giorni.

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