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Ambito di Lecce, sì alla proroga di 11 contratti. Ancora a rischio 24 assistenti

Fp-Cgil, Cisl-Fp e Uil-Fpl premono per la stabilizzazione: "C’è tempo fino al 28 per salvare i servizi ed accedere ai fondi ministeriali che azzerano i costi a carico dei Comuni"

LECCE – C'è la proroga, per 11 contratti, ma non la stabilizzazione del personale precario. La soluzione trovata dal Comune di Lecce per la vertenza delle assistenti sociali, educatrici e mediatrici dell'Ambito soddisfa i sindacati solo a metà.

La buona notizia, avvertono gli esponenti di Fp-Cgil, Cisl-Fp e Uil-Fpl, è che i servizi garantiti ai soggetti più fragili potranno proseguire.

Ma nel giro di un mese le istituzioni dovranno presentare un piano per la stabilizzazione dell'intera forza lavoro che ammonta a 40 unità: ed è questo l'obiettivo delle parti sociali.

La proroga dei contratti in scadenza (9 assistenti sociali, un'educatrice e una mediatrice) è comunque arrivata, inserita all'interno della delibera di giunta regionale numero 18 del 28 gennaio. A sbloccare la situazione, in stallo da tempo, è stato il parere favorevole dell’Anci.

Fiorella Fischetti (Fp Cgil), Fabio Orsini (Cisl-Fp) e Antonio Tarantino (Uil-Fpl) non si sono però dichiarati soddisfatti della delibera: “L'atto è giunto al termine di un procedimento non lineare. La delibera inserisce la proroga dei contratti all’interno di un documento che riguarda il fabbisogno triennale del personale del Comune; ma quello comunale e quello dell’Ambito sono due campi di intervento distinti ed autonomi”.

I segretari hanno spiegato che nella delibera non si fa menzione del fabbisogno di personale: “Sembra essersi confuso il fabbisogno di 40 unità con la proroga del termine di 11 unità, così affermandosi, in contrasto con la chiara volontà politico- amministrativa dell’Ambito, che tale organismo possa continuare a funzionare, nel futuro prossimo, con un organico ridotto a poco più di un quarto di quello attuale”.

Resta quindi da chiarire il futuro di 24 lavoratrici che, in mancanza della stabilizzazione, saranno costrette a tornare a casa. Con ricadute negative per l'intera comunità di utenti: “Queste persone hanno già raggiunto il massimo dei requisiti e non possono aspirare alla proroga dei contratti, ma solo alla stabilizzazione per aver maturato l’anzianità prevista – puntualizzano i sindacalisti -. L’urgenza è dettata dalle norme, visto che entro il 28 febbraio ciascun Ambito territoriale sociale deve inviare al ministero del Lavoro un prospetto riassuntivo sulla consistenza del personale assunto a tempo pieno e indeterminato”.

Questo atto è necessario per poter accedere ai cospicui finanziamenti ministeriali a fondo perduto.

“Non provvedere con sollecitudine a questa previsione, e quindi alla stabilizzazione delle lavoratrici, provocherebbe pregiudizio al personale ed alla collettività, rischierebbe di far perdere importanti risorse”, hanno concluso Fischetti, Orsini e Tarantino.

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